Small Group Conclusions:
Relatio - Italicus "C" - ITALIAN
Moderator: S.E. Mons. Angelo MASSAFRA, O.F.M.
Relator: Rev. P. Manuel Jesús ARROBA CONDE, C.M.F.
L’unità tematica tra questa e la prossima assemblea sinodale, nonché la novità che rappresenta la sostituzione delle Propositiones con una Relatio Synodi hanno indotto alla totalità dei padri del circolo a sollecitare chiarezza sulla natura del documento finale, esprimendola direttamente all’inizio del testo.
La maggior parte dei padri si è detta sorpresa della diffusione pubblica della Relatio post disceptationem; altri, consapevoli che questa è stata la prassi in precedenti assemblee sinodali, suggeriscono di evitarla nel futuro; non è mancato chi ha ritenuto positiva la diffusione, perché in linea con la franchezza che ha caratterizzato le manifestazioni alla stampa di tanti padri sinodali prima e, soprattutto, durante l’assemblea; sarebbe opportuno tornare alla prassi di pubblicare gli interventi dei singoli.
Come elemento generale e ricorrente, ciò che nel discernimento del circolo ha reso più difficile la formulazione di proposte prontamente condivise è stata la scelta sulla prospettiva di fondo da privilegiare oggi, trenta anni dopo il precedente sinodo sul tema, nell’annuncio rinnovato del Vangelo della Famiglia, in piena fedeltà rispetto ai suoi contenuti, ma anche al necessario progresso che esigono, per una trasmissione efficace del nucleo della fede, le mutate condizioni delle culture, delle differenti società e delle persone del nostro tempo.
Tale difficoltà ha segnato continuamente il dialogo e l’interscambio sui vari contenuti della Relatio, emergendo due sensibilità diverse, entrambe animate da identico zelo apostolico.
Una prima sensibilità parte dalla preoccupazione che il rinnovato annuncio del Vangelo della famiglia, per il linguaggio da utilizzare, gli accenti e la selezione delle tematiche, contribuisca involontariamente ad accentuare la mancata accoglienza integrale dei suoi contenuti. Questi padri, pur accettando che il profilo specifico del tema che investe questa assemblea straordinaria è quello delle sfide pastorali, ritengono imprescindibile che la Relatio ribadisca in maniera esplicita la dottrina su matrimonio, famiglia e sessualità, senza tentennamenti nell’avvalersi delle categorie di "peccato" e "adulterio" e "conversione" rispetto alle situazioni oggettivamente contrastanti con il Vangelo della famiglia. Gli stessi padri insistono sul fatto che usare eufemismi possa provocare malintesi tra i fedeli, soprattutto per distorte interpretazioni fatte da una parte della stampa non specializzata.
La seconda sensibilità parte dalla priorità che si ritiene debba essere attribuita al "desiderio di famiglia" seminato dal Creatore nel cuore di ogni persona, anche di quei fedeli che, per svariate ragioni, non lo vivono in piena coerenza con la Parola di Cristo. Poiché tra le ragioni di detta incoerenza si annoverano la mancata coscienza di peccato e i gravi condizionamenti culturali, questi padri ritengono necessario un linguaggio nuovo e incoraggiante, che nell’orientare verso la pienezza del messaggio evangelico, possa far leva sugli elementi positivi che di esso sono già presenti nelle esperienze familiari imperfette. Rispetto alle situazioni oggettive di peccato, gli stessi padri, senza venir meno all’annuncio della verità, muovono dalla convinzione che il Vangelo della misericordia sia una parte imprescindibile integrante la verità stessa e, di conseguenza, non possa essere ridotto all’osservanza di un mero atteggiamento pastorale sulle persone.
Nonostante queste due differenti sensibilità, i padri del circolo si sono sforzati molto seriamente per compiere un discernimento in grado di produrre formulazioni il più condivise possibile, accogliendo gli uni le indicazioni degli altri, soprattutto in merito a possibili lacune del testo proposto e, non di rado, rinunciando ad alcuni concetti problematici, pur di salvaguardare i contenuti. Di ciò è prova il fatto che la maggior parte dei modi, pur oggetto di accese discussioni, sono stati votati in maniera unanime, specialmente quelli riferiti alla prima e seconda parte della Relatio.
Vengono ora indicati sinteticamente gli aspetti generali e alcuni più specifici che sono stati oggetto di speciale discernimento nel circolo su ciascuna delle tre parti del testo.
Introduzione
Una buona parte dei padri, nell’analizzare il testo dell’introduzione al documento, segnalò l’esigenza di utilizzare formule che lascino fuori dubbio sin dall’inizio che l’unico modello di famiglia che corrisponde alla dottrina della Chiesa è quello fondato sul matrimonio tra uomo e donna. L’indicazione fu accolta prontamente.
Prima parte
Quale aspetto di portata generale emerso nella riflessione sulla prima parte del documento, il circolo segnalò la necessità di indicare in modo più efficace e dettagliato la portata culturale che possiede la crisi della famiglia e i suoi principali effetti.
Sul punto si è votato all’unanimità un modo in cui si manifesta la pericolosa rottura del nesso matrimonio-famiglia-vita, in forza di una esagerata esaltazione dell’individuo, cui si riconosce la possibilità di ricomporre la triade a proprio piacimento, col paradossale risultato di rendere i singoli più deboli e soli, e le società più fragili (proprio perché de-familiarizzate).
La permanenza di un generalizzato desiderio di famiglia rende impensabile sradicarla dalla normale esperienza, seppure gli elementi di crisi manifestano la necessità di favorire modelli di famiglia attenti alla qualità delle relazioni tra i coniugi e tra questi e i figli, nonché ai rapporti e alla sinergia di azione tra le famiglie.
Come contributi più specifici al testo di questa prima parte il circolo ha ritenuto di annoverare, tra le difficoltà pastorali, la mancata conoscenza della dottrina sulla famiglia e l’insufficiente attenzione che riescono a prestare le strutture pastorali abituali alle esperienze di vita e di fede che incombono sulle famiglie concrete.
Seconda parte
Il contributo di portata più generale che il circolo ha ritenuto di dover offrire, rispetto alla seconda parte del testo della Relatio, è stato la menzione espressa della dottrina, come alcuni padri richiamavano. Essendo oggetto specifico di questa parte "Lo sguardo verso Cristo" e il "Vangelo della famiglia", sono stati inclusi in maniera esplicita alcuni testi della Scrittura e del Magistero che presentano il modello ideale di matrimonio e famiglia. Di conseguenza, si è proposta la riordinazione dei numeri di questa parte, senza incidere radicalmente nella struttura del documento. Si è incluso un numero che, rispetto alle convivenze e alle nuove unioni dopo un fallimento, allude in maniera espressa e chiara all’incoraggiamento e alla conversione verso la costituzione o ricostituzione del nucleo familiare, coerentemente col Vangelo.
Alcuni contenuti specifici di questa parte sono risultati oggetto di un confronto più difficile: la "chiave ermeneutica" di Lumen Gentium 8 proposta come possibile analogia per le situazioni di famiglia; il tema della legge della gradualità; la questione del grado di comunione con la Chiesa delle persone coinvolte in situazioni irregolari. Sul primo e il terzo concetto si sono addotte le difficoltà che potrebbe comportare il loro utilizzo da un punto di vista ecumenico; sul secondo, il rischio di tramutare la legge della gradualità in gradualità della legge.
Dopo un intenso dialogo, anche i padri più convinti della bontà dei riferiti concetti, hanno ritenuto preferibile che non siano utilizzati nel testo.
Terza parte
La riflessione sulle prospettive pastorali della terza parte è stata più lunga e articolata circa quelle proposte che comportano qualche evoluzione della disciplina attuale rispetto ai fallimenti matrimoniali. Tuttavia, l’aspetto generale più degno di nota é l’apprezzamento che i Padri hanno subito manifestato sui numeri in cui si snoda la scelta di fondo più generale: "ripartire dalla famiglia" nell’intera azione pastorale convinti che il Vangelo della famiglia rappresenti occasione privilegiata per l’annuncio dei contenuti essenziali del Vangelo nel mondo di oggi.
La scelta é speculare alla portata culturale della crisi che i padri del circolo hanno ritenuto di approfondire nella prima parte. In effetti, la famiglia è scuola di umanità, perché scuola di amore nella vita e nella crescita della persona, grazie alle relazioni che il matrimonio richiede fra i coniugi e fra genitori e figli. E’ scuola di socialità, perché sostiene la persona nello sviluppo delle sue capacità al servizio della società. E’ grembo di vita ecclesiale, che educa a vivere nella comunione della Chiesa e ad essere protagonisti attivi in essa. E’ infine scuola di santificazione, in cui si esercita e si alimenta il cammino di santità dei coniugi e dei figli, deve essere un vivaio speciale di vocazioni alla vita sacerdotale e consacrata. Per queste ragioni la Chiesa annuncia il valore e la bellezza della famiglia e con ciò rende un servizio decisivo a un mondo che implora di essere rischiarato dalla luce della speranza.
Al riguardo, i padri hanno segnalato alcuni aspetti più specifici per arricchire le proposte formulate nel testo: una menzione espressa sui movimenti familiari; un numero apposito sulle adozioni; un invito a studiare nuove presenze in campo educativo; un ritorno ai testi dell’instrumentum laboris circa le unioni omosessuali; un appello alle istituzioni per promuovere politiche in favore della famiglia.
Sull’evoluzione della disciplina il circolo si è pronunciato in modo unanime sulla necessità di studiare l’ampliamento dell’esercizio della Potestas Clavium e le condizioni per trattare con procedura giudiziale extraordinaria le cause che non richiedano un giudizio ordinario; si chiede ai vescovi di avviare una pastorale giudiziale accurata, preparando sufficienti operatori, chierici e laici.
Sull’accesso dei divorziati ai sacramenti il circolo ha votato una proposta, approvata per maggioranza dei voti, che apre tale possibilità in condizioni precise ed in momenti definiti della vita ecclesiale e familiare, valorizzando il significato dell’eucaristia come sacramento per la crescita nella vita cristiana, tenendo ferma la dottrina sull’indissolubilità coniugale.
Alcuni padri hanno ritenuto vincolante la disciplina attuale e altri non sufficientemente maturo lo studio sul fondamento teologico che consente l’evoluzione.
[03042-01.03] [Testo originale: Italiano]