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Small Group Conclusions:
Relatio - Italicus "B" - ITALIAN

Moderator: Em.mo Card. Angelo BAGNASCO
Relator: S.E Mons. Salvatore FISICHELLA

L’incontro del circolo minore ha permesso di dare ampio spazio alla discussione e soprattutto di poter verificare sia l’unità fondamentale che ha caratterizzato il nostro dialogo come pure la complementarità delle posizioni frutto delle proprie esperienze locali e della diversità culturale dei partecipanti. L’impegno del circolo minore è stato duplice: in un primo tempo, si è affrontata la discussione generale sulla Relatio, mentre successivamente si è passati all’analisi e alla proposta delle modifiche da apportare al testo. Mi soffermo, quindi, solo sulle considerazioni generali sintetizzando i punti più salienti.

1. Riteniamo sia importante una rielaborazione della seconda parte della Relatio riguardo il vangelo della famiglia. Questo ci sembra essere il fondamento su cui costruire l’intero impianto del documento. Si nota, infatti, una sproporzione tra la trattazione del vangelo della Famiglia e le diverse situazioni di crisi e di realtà ad essa estranee, che non permettono di cogliere immediatamente la visione positiva e la bellezza della famiglia. Riteniamo che i primi destinatari delle nostre riflessioni debbano essere proprio le famiglie cristiane che hanno l’urgente bisogno di essere sostenute nella loro testimonianza per trovare la forza di continuare il loro impegno quotidiano in un contesto non certamente facile e a loro favorevole. Non possiamo permetterci, quindi, di dare l’impressione che la famiglia cristiana sia stata trascurata nel nostro dialogo sinodale.

2. In questo senso, non dovrebbero mancare considerazioni che portano a verificare le diverse condizioni pastorali che sorgono in contesti differenti. Si pensi alla famiglia nell’ambito delle grandi città e metropoli, e quelle di piccoli paesi e villaggi. In questo contesto, sarebbe estremamente utile una riflessione anche sulla condizione degli anziani nella vasta gamma della loro situazione esistenziale. Il prolungamento dell’età sta creando situazioni di grave difficoltà che non dovrebbe trovare la Chiesa impreparata ma al contrario, lungimirante nel proporre impegni pastorali che rendano evidente la sua presenza e la sua vicinanza. Ci sono famiglie di anziani ridotte in povertà, anziani soli relegati lontano dalla famiglia originaria e famiglie di anziani ormai prive di speranza e con il solo desiderio della morte. Queste realtà ci interrogano e obbligano a una risposta credibile. Il nostro silenzio sarebbe dannoso.

3. Alcune tematiche del Sinodo presentano una oggettiva complessità che richiede un necessario approfondimento in grado di coinvolgere esperti della materia. La fretta di arrivare ad alcune conclusioni non sempre permette di ottenere il risultato sperato. Per questo è importante giungere a una visione coerente e unitaria della problematica senza cadere in prospettive unilaterali e privi del necessario supporto storico e teologico. Questo vale sia per le proposte di percorsi penitenziali sia per una corretta disanima della prassi propria alle Chiese ortodosse. Vedere in che modo si possono trasportare nella Chiesa latina richiede uno studio ponderato, una presentazione non conflittuale e una soluzione comune nella comunione.

4. Il testo finale dovrebbe necessariamente mostrare come vi sia una continuità nell’insegnamento del magistero in proposito. Il carattere pastorale di questo Sinodo, d’altronde, dovrebbe evidenziare ancora di più che non esiste una frattura tra la dottrina e la pastorale, ma che questa si fonda sulla prima e ne esprime la verità nella vita quotidiana della comunità cristiana. Come diceva s. Gregorio Magno: "L’impegno pastorale è la prova dell’amore". Proprio per questo è importante porre a fondamento il cuore stesso del Vangelo. Ciò comporta anche l’esigenza di evidenziare che siamo sempre dinanzi a uno sviluppo progressivo della dottrina. Questo è garanzia per la pastorale perché rimane dinamica e non cede alla tentazione di iniziative che, per dirla con Papa Francesco, esprimono un’accidia pastorale. Il vangelo della famiglia quindi ha bisogno di essere presentato in tutta la sua complessità ma anche con credibilità.

5. Una tematica sulla quale merita attirare la nostra attenzione è quella degli sposi che vivono una maternità o paternità ferita e che comunque accettano questa loro condizione. Si aprono però a una scelta di amore gratuito che diventa forma di adozione per quanti, non possedendo una loro famiglia, sono soli e abbandonati. Questa scelta permette, a tutti gli effetti di esprimere una famiglia vera che sa accogliere, che genera a nuova vita e che dona speranza per il futuro. Queste famiglie meritano una particolare attenzione. Abbiamo anche esempi di famiglie che hanno già figli e che comunque si aprono a una comunione di vita per quanti non hanno il dono di una loro famiglia naturale. Le forme di adozione e di affidamento sono da sostenere non solo a livello di proposta culturale che privilegia questa strada a quella più facile della maternità medicalmente assistita nelle sue differenti accezioni. Essa diventa anche un appello perché i governi ascoltino queste richieste e si rendano attivi sostenitori attraverso una legislazione che faciliti l’adozione piuttosto di impedirne l’accesso mediante forme burocratiche asfissianti.

6. E’ importante che il lavoro sinodale continui affermando che il matrimonio e la famiglia non sono in primo luogo un’esigenza etica, come spesso sembra emergere in diversi punti della Relatio, ma prima di tutto è una dimensione ontologica e sacramentale che sta a fondamento dell’orizzonte etico, non viceversa. In questo modo diventa più

7. Sembra che si abbia timore di esprimere un giudizio su diverse questioni che sono divenute ormai espressioni culturali dominanti. Questo non appare coerente con la missione profetica che la Chiesa possiede. E’ importante che il testo esprima al meglio il ruolo profetico che i Pastori e la comunità cristiana possiedono ben sapendo che non andiamo alla ricerca di un facile populismo che tutto assopisce e ovatta, ma che abbiamo la responsabilità di esprimere anche un giudizio che proviene dalla Parola di Dio. Ritornano significative in questo contesto le parole rivolte al profeta Ezechiele: "Quando sentirai dalla mia bocca una parola, tu dovrai avvertirli da parte mia. Se io dico al malvagio: Tu morirai! e tu non lo avverti e non parli perché il malvagio desista dalla sua condotta perversa e viva, egli, il malvagio, morirà per la sua iniquità, ma della sua morte io domanderò conto a te. Ma se tu ammonisci il malvagio ed egli non si allontana dalla sua malvagità e dalla sua perversa condotta, egli morirà per il suo peccato, ma tu ti sarai salvato" (Ez 3,17-19). Ciò diventa evidente soprattutto dinanzi a situazioni che sono assunte come una forma di de-istituzionalizzazione del matrimonio e della famiglia in forza di pretesi diritti individuali. Una semplice fenomenologia del dato non appare consona alla funzione profetica della Chiesa.

8. Una voce critica è bene che si faccia sentire anche su espressioni della cultura contemporanea che sono veicolate da internet. Nel contesto della formazione è bene che si accentui la raccomandazione perché le famiglie e le istituzioni valutino con la dovuta attenzione la nuova cultura che emerge da questi mezzi, il linguaggio che ne è stato assunto e le conseguenti forme comportamentali che ne derivano. Pensare che questo sia solo uno strumento non consente di valutare la reale nuova cultura che sta alla base e che condiziona fin dai primi anni di vita le giovani generazioni. E’ bene che si recuperi fortemente il rapporto interpersonale e per quanto riguarda la pastorale familiare si rinnovi la dinamica di un rapporto da famiglia a famiglia perché la debolezza di una possa trovare forza nel sostegno dell’altra.

[03042-01.02] [Testo originale: Italiano]